Delineare, ove possibile, lo stato dell'arte della letteratura
Le reazioni avverse per errore trasfusionale rappresentano oggigiorno il 70% di tutti gli eventi avversi e, tra queste, circa il 20% sono riconducibili a incompatibilità ABO e dipendono per lo più ad un errata identificazione del paziente.
L'assenza o la mancata applicazione di procedure specifiche rappresentano un importante fattore di rischio che può determinare il verificarsi dell'evento.
Scopo delle procedure redatte è fornire agli operatori le modalità operative di gestione di un'attività semplice ma critica al fine di favorire la messa in atto comportamenti codificati e condivisi atti a prevenire reazioni avverse.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Descrivere lo specifico problema locale che l'intervento proposto ha inteso affrontare (specificare l'eventuale specifico evento avverso che si è inteso prevenire/gestire)
L'incident reporting ha evidenziato la presenza di criticità per quanto riguarda la gestione dei pazienti e dei prelievi di campioni biologici a fini trasfusionali.
In particolare sono stati oggetto di analisi di processo tre casi con analisi dell'evento, apertura di istruttoria, analisi delle cause e proposta di azioni di miglioramento.
Gli strumenti utilizzati: RCA e diagramma causa effetto di Ishikawa.
I contatti tra gli operatori sono avvenuti attraverso comunicazioni telefoniche e/o riunioni, i documenti sono stati condivisi via e-mail (l'assenza di risposta è considerata un assenso ai contenuti) e revisionati in corso d'opera in seguito alle osservazioni ricevute e condivise.
Di seguito una sintesi dell'analisi di processo.
Caso 1.
Attrezzature
-in reparto c'è il PC portatile per la richiesta di prestazioni, la stampa delle etichette avviene da una stampante posta nel locale infermieristico, il software non è in linea con i Centri Trasfusionali.
Procedure
-al momento dell'evento non sono presenti procedure a disposizione degli operatori con definizione dei compiti e delle responsabilità, della corretta esecuzioni di attività critiche quali l¿identificazione del paziente al letto ed il prelievo di sangue ai fini diagnostici e trasfusionali
Competenze, formazione e comunicazione
-Gli Operatori dovrebbero essere aggiornati sulla presenza di procedure/istruzioni e sulla necessità di redigerle in caso di assenza
-L'informazione sulla presenza delle procedure/istruzioni sarebbe da coniugare con momenti formativi per le procedure più critiche
-Gli operatori dovrebbero rispettare i ruoli e le funzioni come da contratto al fine della corretta distribuzione delle attività e delle responsabilità sottese
-La comunicazione dovrebbe garantire la chiarezza e la comprensione delle informazioni trasmesse
Risorse Umane
L'organico a disposizione è stabilmente ridotto rispetto ai carichi di lavoro, potrebbe essere utile una valutazione delle funzioni e delle competenze in previsione di una possibile revisione del modello organizzativo-gestionale dei processi.
Azioni di miglioramento
1.Redazione delle Istruzioni Operative/Procedure relative alle modalità di identificazione del paziente e di gestione ed esecuzione dei prelievi di sangue dei pazienti che necessitano di trasfusione di emocomponenti
2.Redazione delle Istruzioni Operative per la gestione delle reazioni trasfusionali
3.Distribuzione di un questionario che sonda le conoscenze infermieristiche riguardo la medicina trasfusionale
4.Organizzazione di momenti di aggiornamento del personale addetto alle attività di prelievo
5.Messa a disposizione di un sistema informatico per la gestione e la trasmissione in rete dei dati sanitari
L'analisi di processo è stata effettuata dal Gruppo di Lavoro:
Dirigente Medico Direttore F.F. SIMT
Dirigente Medico Qualità-Accreditamento
Infermiere Dipartimento Chirurgico
Coordinatore SIMT
Dirigente Medico SIMT Responsabile RM
Coordinatore Infermieristico Dipartimento Chirurgico
Casi 2 e 3
Timing
· il processo di identificazione della paziente, di compilazione degli emogruppi e di prelievo dei campioni è frazionato in ordine di tempo e di persone che lo mettono in atto,
Attrezzature
· il modulo di richiesta è multiplo e cartaceo, così come le etichette, pur avendo a disposizione la Cartella Clinica Elettronica
· non è presente un sistema informatico a rete che permetta la trasmissione dei dati anagrafici e dei risultati dei test tra strutture organizzative
· Il frontespizio della cartella Clinica può risultare confondente nella parte relativa all'intestazione della anagrafica materna e paterna, infatti non è previsto uno spazio dedicata a quest'ultima, che va a sovrapporsi a quella materna
Procedure
· Non sono presenti Istruzioni/Procedure Operative interne che definiscano funzioni, ruoli, responsabilità e modalità operative per attività potenzialmente critiche e, nel caso specifico: a. identificazione dei pazienti con particolare riguardo alla associazione della coppia madre/padre e madre/figlio (procedura organizzativa). b. modalità di prelievo emogruppo madre/sangue cordonale (procedura tecnica). c. modalità di verifica associazione dei campioni biologici madre/neonato al momento del parto (procedura organizzativa). d. modalità di verifica efficacia immunoprofilassi anti-D e produzione di referto da parte dei SIMT
Comunicazione
· il passaggio di informazioni tra operatori e pazienti meriterebbe una maggiore puntualità (es. verifica verbale dei dati anagrafici diretta tra operatori e pazienti)
Risorse Umane
· l'organizzazione tenta di sopperire a probabili carenze organizzative e di organico frazionando l'attività tra più operatori in un tentativo di reciproco supporto operativo, questo modello potrebbe favorire una riduzione dell'efficienza e dell'efficacia del sistema
Proposte di miglioramento
1. La SOC Ostetricia-Ginecologia ha sostituito il modulo di richiesta multiplo con un modulo dedicato ad ogni singola coppia madre/neonato e ha redatto due Procedure Operative: a. P.O. Prelievo gruppi sanguigni madre - figlio per la prevenzione della M.E.N. ed invio al SIMT. b. P.O. Somministrazione Immunoprofilassi anti-D e verifica di efficacia dell'immunoprofilassi
Le procedure regolamentano le modalità di identificazione dei pazienti, le modalità di prelievo dei campioni di sangue per emogruppo (saranno effettuati da un unico operatore in sala parto) e le verifiche da attuare prima della somministrazione delle Ig Anti-D, specificando quali sono gli operatori responsabili delle attività.
2. I SIMT hanno in corso di redazione la P.O. per la verifica di efficacia della Immunoprofilassi anti D.
Sono in corso di valutazione le seguenti proposte di miglioramento:
1. Modifica del referto emesso dal SIMT per quanto attiene al dosaggio indicato per l¿immunoprofilassi anti-D
2. Distribuzione sistematica dell'invito a presentarsi a tre mesi dal parto per l'esecuzione della ricerca anticorpi irregolari e correzione dell'intestazione del Servizio
3. Eventuale modifica della intestazione della cartella clinica della SOC Ostetricia per quanto riguarda la raccolta dei dati anagrafici madre/padre
4. Valutazione dell'opportunità di identificazione dei neonati sia con il cognome paterno che materno questo anche a tutela della privacy delle madri (esempio in caso di non riconoscimento del figlio da parte del padre, paternità sconosciuta, diverse scelte della madre).
Il Gruppo di Lavoro
Direttori SIMT
Dirigente Medico Qualità - Accreditamento
Collaboratore Professionale Sanitario Ostetrica
Coordinatrice SOC Ostetricia Ginecologia
Dirigente Medico SOC Ostetricia Ginecologia Responsabile RM
Dirigente Medico SIMT Responsabile RM
Responsabile SITRPO P.O.
Collaboratore Professionale Sanitario Infermiere
Delineare una analisi del contesto, descrivere ulteriori eventuali problematiche e metodi utilizzati perindividuarle
Caso 1
Il Dipartimento Chirurgico è distinto in due aree contrassegnate come zona A (12 posti letto chirurgici) e zona B (12 posti lettotraumatologici).
Tuttavia spesso si rende necessario aggregare pazienti con patologie diverse con disagi sia per i degenti che per il personale.
Per ogni turno diurno (6.00/14.00 e 14.00/22.00) ci sono n° 2 infermiere che hanno in carico n° 12 pazienti; per il turno notturno spesso è presente un'infermiera con l'infermiere generico.
L'unificazione di due aree chirurgiche diverse nella stessa unità operativa comporta difficoltà di gestione per:
- la sovrapposizione dell'attività operatoria nei giorni in cui sono attive sia la sala di ortotraumatologia che quella di chirurgia.
- l'impegno del personale infermieristico e di supporto ad assistere pazienti generalmente anziani (spesso diabetici, ipertesi e/o cardiopatici o affetti da altre patologie croniche) totalmente o parzialmente dipendenti
- la necessità di diversificare tale assistenza in relazione alle relative patologie
- la responsabilità di seguire due èquipe mediche distinte (durante il giro visita, il dopo giro ed i ricoveri) oltre agli specialisti che afferiscono alla degenza per svolgere le consulenze.
Questo modello organizzativo richiede una grande competenza da parte degli infermieri e del personale di supporto, (conoscenze aggiornate, capacità di concentrazione e attenzione nello svolgimento delle molteplici attività, efficace gestione del tempo lavoro e delle risorse).
Inoltre la costante carenza di personale e un vivace turn-over infermieristico e di supporto hanno determinato un deterioramento del clima di lavoro.
In questo contesto si è ritenuto di contenere e prevenire il rischio di errori uniformando le tecniche assistenziali e redigendo, dopo la revisione dei processi, specifiche procedure condivise.
Casi 2 e 3
La carenza di personale ha indotto una parcellizzazione delle attività. Tale modello organizzativo ha impedito che gli operatori avessero il controllo di un processo relativamente semplice ma sicuramente critico per quanto riguarda la corretta identificazione del paziente e della successiva attribuzione di gruppo sanguigno.
In tutti i casi sono stati utilizzati la RCA ed il diagramma di Ishikawa.